Baradili è il comune più piccolo di tutta la Sardegna. Conta infatti meno di 100 abitanti. Il suo territorio è ricco di vigneti, oliveti e mandorleti. Il territorio di Baradili fu abitato fin dal periodo nuragico come testimoniano le diverse emergenze archeologiche dei nuraghi Cibixina, Candeu e Nurattò. La tradizione vuole che anche il paese stesso sia stato edificato sopra un precedente nuraghe dal quale pare si riuscisse a vedere in lontananza anche l'imponente fortezza nuragica di "Su Nuraxi" di Barumini. Il nuraghe più importante sembra essere "Nuraxi Candeu: nuraghe monotorre, visivamente comunicante con "Su Nuraxi" di Barumini. Nei pressi del nuraghe si trova una graziosa fontana, anch'essa di epoca nuragica, scavata nella roccia e in seguito ricostruita nei secoli successivi. L'acqua della fontana è ancora oggi utilizzata nella parrocchia di Santa Margherita.

Il villaggio attuale pare comunque essere di probabile origine romana; anche Baradili nuragica infatti seguì la stessa sorte del resto della Sardegna e fu dapprima conquistata dai cartaginesi e in seguito dai romani. Tracce romane si trovano in varie zone del territorio (Cibixia, Pranu Ena, Serra Bingia, ecc.). Scrive infatti Vittorio Angius nel dizionario geografico storico statistico commerciale di G. Casalis, voce Baratili Marmilla che, in "Cibixia" si vedevano le fondamenta di un edificio diviso in venticinque vani, ognuno dei quali non più lungo di 2.50 metri e largo metri 1, probabilmente destinato a bagni.

Si rinvennero inoltre alcune tombe di epoca romana contenenti anforette e lucerne fittili che purtroppo andarono in frantumi. Dopo questo periodo, il primo documento scritto risale al 1342, anno in cui troviamo "Baratuli" nelle "Rationes decimarum Italiae Sardiniae" (l'odierna denuncia dei redditi).
Il centro storico dell'attuale abitato di Baradili si presenta come un borgo medievale, con architetture tipiche del periodo. Al centro si trova la parrocchia di Santa Margherita, risalente al diciottesimo secolo e dedicata alla patrona del paese, protettrice dei bambini e delle partorienti.

Il Territorio

Situato fra le colline della Marmilla alle falde della Giara, si presenta come un borgo medievale vista la presenza di numerose case antiche (Monte Granatico, casa Usai, casa Lavra, ecc.), resti nuragici (fra i quali una fontanella scavata nella roccia e ricostruita qualche secolo fa, la cui acqua è usata tutt'oggi nella chiesa parrocchiale).

Una delle maggiori attrazioni è il parco comunale facilmente visibile dalla strada principale (parco giochi, percorso trekking, campo da tennis, campo da calcetto, punto di ristoro e pizzeria ).

Casa antica in estate è in funzione il parco giochi d'acqua con piscina, idromassaggio, zona bambini, solarium e giochi d'acqua.
Nel paesaggio, collinoso ad occidente e pianeggiante a sud si notano numerosi vigneti, oliveti e mandorleti dai quali gli abitanti ottengono ottimi vini, oli e dolci.
Date le dimensioni il pccolo borgo si presenta come un posto tranquillo e silenzioso, Baradili è particolarmente adatto a coloro che intendono trascorrere una vacanza rilassante e serena che offre la possibilità di visitare le varie attrazioni della zona ( siti archeologici di Barumini, Giara di Gesturi, Giara di Siddi, Villanovaforru, Monte Arci, ecc.), e di gustare le ottime specialità locali.

Monumenti

Le Chiese

La chiesa parrocchiale è sotto l'invocazione di Santa Margherita Martire.

Margherita nasce nel 275 ad Antiochia di Pisidia, all'epoca una delle città più fiorenti dell'Asia Minore. Paolo e Barnaba in uno dei loro viaggi vi si fermarono per predicare Gesù Messia e Figlio di Dio ottenendo molte conversioni. Margherita morì da martire cristiana nel 290 dc a soli 15 anni, dopo essere stata incarcerata e torturata per aver rifiutato di diventare la sposa del governatore che si era invaghito della sua folgorante bellezza.


La moderna chiesa parrocchiale del piccolo centro di Baradili, più volte ristrutturata, è intitolata a Santa Margherita: l’odierno edificio sacro è stato ricostruito negli anni ’60 sostituendo l'antica chiesa (alla quale fu affiancato fra il 1935 e il 1936 l’attuale campanile).
Al suo interno sono custodite le pregevoli immagini in legno di Sant’Antonio da Padova (risalente al ‘600) e di San Giuseppe col Bambin Gesù (del ‘700); sull’altare maggiore si trova invece il simulacro di Santa Margherita nel quale, nonostante sia stato ridipinto, è ancora possibile individuare le caratteristiche tipiche del gusto settecentesco.
Dell’antica chiesa si conservano ancora gli archi delle cappelle laterali (due per lato) e i bordi in pietra lavorata posti all'ingresso della sagrestia.