Sini (OR) è un piccolo comune della Sardegna centro–meridionale di circa cinquecentotrenta abitanti, situato al confine tra le Province del Medio Campidano e di Oristano.
Inserito tra le sinuose curve della Marmilla, ai piedi dell'altopiano della Giara di Gesturi, il piccolo paese di Sini offre splendidi scorci paesaggistici che spaziano sulle verdi colline conquistate da mandorli, vigneti, ulivi secolari e campi coltivati a cereali. Il toponimo deriva da "Sinu", divenuto in seguito "Sini", nome dell'insenatura dove sorge il paese.

Il Territorio

Il paesaggio è caratterizzato da un ambiente collinare morbido, dominato a settentrione dalla sagoma imponente della Giara.Le sue ridenti e verdi colline offrono un panorama suggestivo.
Di grande interesse il parco comunale di Cracchera, che nei periodi di piena è animato dalla casacata di Su Strumpu, ricca di acque piovane della Giara.
Nel Medioevo il paese faceva parte del giudicato di Arborea e successivamente, durante la dominazione aragonese, divenne un possedimento del barone di Tuili prima e del marchese di Laconi in un secondo momento. Nel 1859, sotto la dominazione sabauda, il paese fece parte del mandamento di Lunamatrona nella giurisdizione di Isili.
Solamente nel '900, precisamente nel 1923, Sini si rende autonomo. Durante il fascismo, dal 1928 e fino al 1946, Sini fu aggregata al comune limitrofo di Baressa.

Dal 1946 Sini gode di nuova autonomia e si dota delle scuole materne, elementari e medie.

Monumenti

Le Chiese

L'antica Chiesa di Santa Chiara era agli inizi del '600 una sala rettangolare con la facciata rivolta ad occidente. Il tetto era in canna sostenuto da travi, questi a sua volta erano sostenuti da tre archi lisci, a sesto acuti, posti per sostenere piuttosto che per esigenza artistica La prima campata della chiesa era occupata dal presbiterio e dal coro, le altre campate accoglievano i fedeli.
Nel 1680 vennero aperte due cappelle per lato, quella del Carmine, del Rosario quest'ultima recava una scritta "Rosa meda deilcada Con fortu a supeccadori 1629' Nel 1680 il tetto fu sostituito con tavole, nel 1886 contigua alla cappella fu costruita la cappella di San Francesco ed infine nel periodo della guerra un'ulte­riore cappella contigua a quella del Rosario. In realtà tutti questi restauri non servirono granché, visto che si pensò di demolirla per costruirne una nuova negli anni '50. Dopo vari interventi che si sono succeduti nell'arco di diversi decenni, si è arrivati, alla fine degli anni '90, ad un progetto di restauro e recupero di alcune parti pregiate e ad una nuova edificazione che ha dato vita alla struttura dell'attuale chiesa. Santa Chiara viene celebrata il 11/12/13 Agosto, essendo la patrona del paese viene festeggiata con grande devozione anche se i maggiori festeggiamenti si svolgono in onore di San Giorgio. La chiesa dedicata a San Giorgio è situata su una collina a 100 mt dall'abitato, essa domina un meraviglioso panorama che abbraccia le alture della Trexenta, il monte Arci e i monti dell'Arburese. Non è noto il periodo della costruzione ma pare sia molto antica, l'edificio, infatti, è situato su un'area precristiana, ne sono testimonianza i resti di un nuraghe nelle vicinanze della chiesa.
All'interno essa è composta da quattro cappelle con due altari oltre quello maggiore, nella chiesa possiamo trovare, inoltre, una campana che risale al XVIII sec., mentre un'altra risalente al XVI sec. è fuori uso perché presenta un'irrimediabile fenditura.

Oggi la Chiesa di San Giorgio è in buono stato, grazie all'impegno di un Comitato che giovandosi esclusivamente delle offerte, provvede al mantenimento e al restauro della chiesa e dello spazio circostante.

Quella di San Giorgio è la festa più importante, i festeggiamenti di San Giorgio (22/23/24 Aprile) sono legati ad una vera e propria tradizione secolare. Una parte delle offerte che il Comitato raccoglie ogni anno, sono il ricavato della vendita di un dolce: il "Pane'e saba".

Archeologia

Il territorio è costellato di nuraghi e tombe, mentre ceramiche e monete hanno consentito di risalire alle antiche origini di Sini in epoca romana.
Sicuramente i primi insediamenti sono antichissimi visto i resti di alcuni nuraghi presenti nelle campagne di Sini, Nuraxi Sedda, Nuraxi Pedrosu, Nuraxi Bucca Scala, Nuraxi Scab'i Ois, Domus de Frandaios, Siorus, Nuraxeu ecc.

La presenza di insediamenti dei Fenici nel VIII sec. a.C. e la successiva occupa­zione dei Cartaginesi nel VI sec. a.C., fu limitata soprattutto alle zone costiere e di pianura e non provocarono sostanziali mutamenti nelle strutture economiche e culturali del nostro territorio.

Sopra e sotto l'altopiano della Giara affiorano comunque testimonianze archeologiche di villaggi sardo-punici.

Significative modificazioni si ebbero, invece, quando la Sardegna fu conquistata dai Romani, come dimostrano alcune tracce rinvenute nelle campagne sinesi, tombe, ceramiche e monete sono emerse a Sa Gora 'e s'Acqua Sabia, un abitato si trova a Nuratò, una necropoli nel paese in Pratza Costanti.

Enogastronomia

Sini possiede una vera e propria ricchezza naturale:l’Ulivo.In tutto il territorio del paese si possono ammirare ulivi secolaricondimensionieccezionali,infatti,nellazona sud del paesedetta“Su cungiau de is olias” troviamo il più grande esemplare della provincia di Oristano e probabilmente di tutta la Sardegna,censito recentemente dallaRegione. L’origine di questa pianta risale al dominio della Repubblica di Pisa nel 1121. Da alcune ricerche risulta che in quel periodo i Pisani svilupparono notevolmente l'olivicoltura non soltanto nel territorio di Sini ma in tutta la zona, esportando gran parte dell'olio prodotto fuori dall'isola.
Era, inoltre, consuetudine da parte dei Pisani concedere agli abitanti del luogo la possibilità di innestare gli olivastri e diventare proprietario della pianta, ma a loro volta dovevano versare la metà dell'olio prodotto.
Questa particolarità viene mantenuta successivamente anche dagli Spagnoli e tramandata sino ad oggi.

Ogni angolo di paese racconta questa ricchezza,vecchi torchi, macine ci raccontano l’importanza che può avere avuto l’olio in passato, ma che è presente tuttora, le campagne del paese sono ricche di viali d’ulivo. Attualmente in paese c’è un piccolo frantoio a gestione familiare che riesce a soddisfare la produzione del paese e del circondario.
Sempre in tema di prodotti tipici, bisogna ricordare una interessante manifestazione dedicata ad un prodotto tipico, la Sagra "de su Pani Saba" (pan di sapa). E' una sagra storica organizzata tutti gli anni nel Comune di Sini.
L'evento, organizzato dal Comune e dalla Pro Loco, ogni anno può contare sulla partecipazione di circa 3.000 persone tra residenti e visitatori che accorrono dai paesi limitrofi e si svolge interamente per le strade del paese, pedonalizzate per l'occasione. L'evento è solitamente preceduto da 3 giorni di festa in onore di San Giorgio Martire e rappresenta la celebrazione del Pani Saba, dolce votivo creato per il Santo.
La sapa è uno sciroppo molto dolce e dal gusto forte ed aromatico, ottenuto dalla lunga bollitura del mosto d’uva o di fichi d’india, con l’aggiunta di scorza d’arancia essicata, cannella, fiori o semi di finocchietto selvatico e chiodi di garofano.